No Inceneritore a Napoli, Ganapini: 'Prima il depuratore'


La costruzione del Termovalorizzatore di Napoli Est viene bloccata dall'Assessore Ganapini, che ritiene più importante completare il depuratore della zona. Ganapini si preoccupa delle incompatibilità tra le due strutture e vorrebbe spostare il sito dell'Inceneritore, ma questa soluzione non soddisfa i movimenti civici che lottano contro la sua edificazione. Raccolta differenziata e TmB le uniche alternative. tbx4p6m79a


Niente inceneritore a Ponticelli. “Napoli Est ha bisogno urgente di un depuratore” dichiara l'Assessore Regionale all'Ambiente, Walter Ganapini. Prima dell'inizio dei lavori per il Termovalorizzatore di Napoli Est, bisognerebbe completare l'impianto di depurazione lasciato incompiuto.



L'Assessore esprime anche dubbi sulla compatibilità tra la presenza del depuratore e quella dell'inceneritore voluto dal Governo Berlusconi. Il Comune di Napoli ne prevede l'edificazione nella stessa area, ma le emissioni inquinanti del termovalorizzatore potrebbero interferire con l'attività di depurazione delle acque. Se l'incompatibilità fosse dimostrata, Ganapini si dice intenzionato a fare pressioni sul Comune al fine di trovare un sito alternativo.



Una prima vittoria per i movimenti civici locali che lottano contro la costruzione di un inceneritore a Ponticelli. È il settembre 2008 quando il Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio riesce a mettere il tema all'ordine del giorno della VI Municipalità. Ma spostare il sito dell'inceneritore non è una soluzione. Le emissioni inquinanti e le polveri sottili che produce sono dannose a prescindere dalla sua localizzazione.



Per risolvere definitivamente l'Emergenza Rifiuti - sostengono i rappresentanti del movimento - le uniche soluzioni praticabili sono la raccolta differenziata porta a porta e il Trattamento Meccanico Biologico (TMB).



La costruzione di cinque inceneritori in Campania viene sostenuta dal Presidente Berlusconi fin dall'estate scorsa. Tutti questi “termovalorizzatori” dovrebbero servire a scongiurare il ripetersi dell'Emergenza Rifiuti che aveva portato Napoli sulle prime pagine di tutti i quotidiani internazionali.



I comitati civici si sono sempre opposti a questa soluzione. Cinque inceneritori che bruciano più di 300 mila tonnellate di rifiuti all'anno superano di molto la produzione di rifiuti della regione Campania. Il sospetto che anima i movimenti è che si voglia trasformare la periferia di Napoli nello sversatoio d'Italia, bruciando buona parte dei rifiuti prodotti dalla nazione.



Le parole di Ganapini rincuorano gli attivisti, ma la battaglia per una Napoli Est è ancora lontana dalla conclusione. Numerosi i pericoli ambientali che incombono sulla periferia, dalla centrale Turbogas di Vigliena fino ai numerosi container e Silos di Gpl presenti nella zona industriale. Questo senza contare le discariche abusive ed i traffici illeciti di rifiuti pericolosi. Insomma, una polveriera pronta ad esplodere, per cui l'inceneritore sarebbe stata una potente scintilla. Che dietro le parole dell'Assessore all'Ambiente si nasconda soltanto la volontà di tenere buona la popolazione, mentre altre scempiaggini vengono compiute a suo danno?






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Alessio Viscardi

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1 commenti:

Anonimo,  23 giugno 2010 alle ore 16:36  

HO LETTO UNA NOTIZIA QUESTA MATTINA, MA L’INCENERITORE DOVE SI REALIZZERA’ A NAPOLI ?

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=107768&sez=NAPOLI

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