Ospedale del Mare di lava, rischi da eruzione vulcanica

Si chiama Ospedale del Mare e sorge nella degradata periferia di Ponticelli. Il più grande polo ospedaliero del Sud Italia viene elogiato da Bertolaso per i sistemi antisismici, ma il vero problema è l'eruzione del Vesuvio.



«Tra gli oltre 500 ospedali costruiti nelle zone a rischio sismico, l’unico esempio virtuoso è l’Ospedale del Mare di Napoli». A sostenerlo è il sottosegretario Guido Bertolaso, che è convinto dell'efficacia del sistema anti-sismico a cuscinetti su cui l'edificio è stato costruito. Resta da chiarire a cosa possano servire questi cuscinetti nel caso di eruzione vulcanica.


Gli isolatori sismici ammortizzano le scosse del terremoto, mettendo al riparo l'ospedale dal rischio di crolli e inagibilità. La struttura sorge proprio alle falde del Vesuvio, in una delle zone più sismiche d'Italia: la periferia orientale di Napoli.

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Bertolaso smentisce che l'Ospedale del Mare sia costruito all'interno della “zona rossa” - quella che, in caso di eruzione del Vesuvio, verrebbe completamente sommersa dalla lava. Il cantiere dell'edificio si trova nella zona gialla, a soli 100 metri di distanza.


Gli “scienziati” che Bertolaso smentisce sono il prof. Benedetto De Vita e Giuseppe Rolandi, che hanno scritto alla Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile per denunciare il pericolo rappresentato dalla costruzione dell'Ospedale del Mare.


Nella lettera, i professori sostengono che sia impossibile considerare esente dal rischio lavico l'Ospedale soltanto perché si trova nella zona gialla – in cui il pericolo è rappresentato soltanto dalla caduta delle ceneri. La struttura dista soltanto cento metri dalla zona di massimo pericolo.



Inoltre, l'analisi sostiene che il vero pericolo non è rappresentato dal magma, bensì dalla possibilità che si generino nubi piroclastiche. Lo studio prende in esame le precedenti eruzioni del Vesuvio e traccia la propagazione che in tali occasioni hanno avuto le nubi. Ne risulta che l'Ospedale è pericolosamente esposto a questo rischio, così come buona parte della città di Napoli – nonostante non rientrino nella zona rossa.



La lettera fa sorgere inquietudine anche nei confronti dei criteri con cui è stata stilata la mappa delle zone a rischio vulcanico della Protezione Civile. Se la si osserva con attenzione, si nota che nel versante orientale la zona rossa e quella gialla si estendono per una distanza molto maggiore rispetto al versante occidentale.



Facendo due conti, ci si trova davanti ad un paradosso: le zone orientali che distano 11 km dal Vesuvio sono considerate più pericolose (zona rossa) di quelle occidentali che distano soltanto 8 km dal cratere.



De Vita e Rolandi giungono alla conclusione che sia assurdo costruire un ospedale proprio in queste pericolose zone e sollevano dubbi di ennesime speculazioni edilizie a Ponticelli. Dubbi che potrebbero essere confermati dal rinvio a giudizio per corruzione di Angelo Montemarano, ex-assessore regionale, proprio per vicende inerenti alla costruzione dell'Ospedale del Mare.



L'opera è in dirittura di arrivo e lo scenario – in caso di eruzione – è davvero allarmante. Migliaia di vittime e di feriti che si riversano nelle arterie autostradali per arrivare all'Ospedale. Intasando ogni via di fuga e rinchiudendosi in un luogo che è proprio sotto al Vesuvio.



Ospedale del mare... sì, ma un mare di lava!






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