Napoli Est sopra una bomba di Gpl


Napoli Est rischia di saltare in aria come Viareggio. Gli impianti di stoccaggio di Gpl della zona industriale costituiscono una vera e propria bomba ad orologeria. In caso di incidente, un'enorme esplosione potrebbe radere al suolo interi quartieri.

Un'esplosione decine di volte più potente di quella che ha seminato morte a Viareggio. Questo il terribile scenario che si prospetta per la periferia orientale di Napoli. 800 mila metri cubi di gas - una vera e propria bomba di Gpl - scorrono tra le cisterne e gli oleodotti della zona industriale. La Prefettura presagisce scenari da incubo in caso di esplosione. Vere e proprie "Fireball" minacciano la vita di 120 mila persone.



La centrale Turbogas di Vigliena, vero e proprio ecomostro arroccato sulla banchina del porto di Napoli, è un enorme pericolo per la popolazione di San Giovanni, Barra e Ponticelli. A nemmeno un chilometro di distanza sorgono l'oleodotto ed i silos della Darsena Petroli, accanto ai quali è prevista la costruzione di un Terminal di container della Levante.



800 mila treni all'anno transiteranno nei pressi di cisterne straripanti di Gpl. Messi uno dietro l'altro, formerebbero una coda di oltre cinque chilometri. Questo enorme traffico si somma alle 800 imbarcazioni che attraccano al porto vicino la centrale di Vigliena ed al pericolo di eruzione vulcanica - siamo in una zona gialla, ad alto rischio in caso di risveglio del Vesuvio.



Il Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio annuncia che, in caso di incidente, si verrebbe a creare uno scenario apocalittico. L'inferno di Viareggio è ben poca cosa rispetto agli 800 mila metri cubi di gas che scorrono sotto le strade di Napoli Est.



Scenario ben tratteggiato dal Piano di Emergenza per la zona orientale stilato nel 2002 dalla Prefettura di Napoli con Regione, Comune ed Arpac. Qualora un silos o una conduttura dovessero venire in collisione con un carro merci, oppure dovessero esplodere per altre cause, si potrebbero verificare eventi distruttivi di grandi proporzioni.



Secondo la commissione tecnica che si è occupata della progettazione del piano, si potrebbe verificare persino l'esplosione a catena di tutte le tubazioni dell'impianto di distribuzione. Il fenomeno, conosciuto come "Fireball" - palla di fuoco - causerebbe la distruzione dell'intera zona orientale di Napoli.



A destare preoccupazione è la mancata adozione delle misure di allarme previste del piano di emergenza. L'amministrazione comunale avrebbe dovuto installare apparecchiature audiovisive in grado di dare l'allarme in caso di pericolo e si sarebbero dovute tenere delle esercitazioni nelle scuole.



Invece, i cittadini sono del tutto ignari del pericolo che incombe sulla periferia orientale. I responsabili della VI Municipalità sono finanche ignari del piano stilato dalla Prefettura, addossando la responsabilità operativa al Comune di Napoli.



Mentre lo scaricabarile va avanti, 120 mila cittadini siedono su una bomba pronta ad esplodere. Senza nemmeno saperlo.





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